Nuovo Centro per la cura dei Disturbi Alimentari
Hanno
inaugurato stamattina (1° marzo) al Sant’Ambrogio
Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio (MI) di via Cavour un nuovo centro per la diagnosi, la cura e la
riabilitazione dei disturbi del comportamento alimentare.
Secondo il Ministero della Salute sono più di 3
milioni le persone che in Italia soffrono di disturbi del comportamento
alimentare. Disturbi che colpiscono in prevalenza la popolazione femminile
(soprattutto l'anoressia), anche se la percentuale dei maschi è in crescita (il
rapporto è 1 a
9), in particolare per la bulimia e l'alimentazione incontrollata. Studi
internazionali evidenziano un abbassamento dell'età d'esordio nella popolazione
femminile, in particolare si osserva un'incidenza di nuovi casi nella fascia
12-25 anni, con un'età media d'insorgenza durante l'adolescenza, intorno ai 17
anni. Sono situazioni in cui il soggetto rischia una deriva di
solitudine e rituali ossessivi, in un contesto familiare e sociale spesso
incapace di comprendere e reagire di fronte alla rapida evoluzione del
disturbo.
A questi problemi cercherà di dare risposta il
nuovo centro, una comunità residenziale e semiresidenziale per la
diagnosi, il trattamento e la riabilitazione dei disturbi alimentari
all’interno del Centro di riabilitazione psichiatrica "S. Ambrogio"
del Fatebenefratelli a Cernusco sul Naviglio.
Nel centro ci sarà posto per venti persone, i
pazienti della struttura, la terza di questo tipo in Lombardia, verranno
seguiti da un’équipe multidisciplinare con educatori presenti 24 ore su 24, con
progetti a medio e lungo termine dai 18 ai 24 mesi.
Il centro è composto da due sezioni: una
propriamente residenziale (10 posti letto convenzionati con il Servizio
sanitario nazionale) alla quale si accede su indicazione dello specialista e
passaggio attraverso l’Asl. Accanto, ci sono altri 10 posti di centro diurno,
in cui gli ospiti arrivano la mattina svolgono il loro programma quotidiano e
nel tardo pomeriggio tornano a casa. Due polmoni estremamente connessi tra loro:
il centro diurno è la fase terminale del percorso residenziale e si trovano in
un contesto più vicino alla vita normale, si lavorerà con un modello
multidimensionale, tanto sugli aspetti psichiatrici e psicologici quanto su
quelli di tipo fisico e nutrizionale. Le persone saranno seguite da un’équipe
multiprofessionale, con medici psichiatri, sociologi, nutrizionisti, infermieri
ed educatori, presenti sulle 24 ore, in collaborazione con la fondazione Maria
Bianca Corno, che si occupa di questi temi dalla fine degli anni Novanta.
Gli indirizzi di intervento del centro sono
tre: uno di tipo cognitivo-comportamentale, che cerca di modificare la
percezione alterata che queste persone hanno dell’immagine corporea; poi c’è un
approccio di tipo psicodinamico, in cui l’assunto base è che il comportamento
alimentare è legato anche alle esperienze di vita (traumi, stress, ambiente e
contesto in cui la persona è cresciuta). Il terzo indirizzo è più
medico-biologico e pertanto è necessario intervenire su alcuni fattori alterati
come amenorrea, diete, esercizio fisico prolungato, lassativi e diuretici
assunti per dimagrire. Dal punto di vista operativo, poi, c’è una prima fase di
accoglienza in cui si motiva il paziente ad abbracciare il programma e una fase
di destrutturazione in cui si cerca di demolire il pensiero disfunzionale. C’è
quindi una di fase trattamento sulla corporeità in cui il compito è quello di
modificare il funzionamento del soggetto e, infine, quella di riabilitazione e
di intervento sulle famiglie in cui ci si avvicina via
via all'ambiente esterno con attenzione anche agli aspetti
risocializzanti, volti non solo ad occupare il tempo dei pazienti ma anche a
migliorare alcune loro competenze, con gruppi di tipo espressivo, cognitivo e
psicoterapeutico.
I disturbi alimentari comprendono un
insieme di sindromi, caratterizzati da alcuni elementi psicopatologici comuni:
un insieme di alterazioni affettive, cognitive e comportamentali strettamente
correlate all’ingestione di cibo e all’immagine corporea. Il corpo è al centro
della maggior parte dei conflitti, sia nei bambini che negli adolescenti, e
crisi e conflitti trovano nei comportamenti alimentari una possibile
manifestazione. Non sono poi da trascurare i condizionamenti e le richieste
sociali legate all’immagine di sé e alla rappresentazione della femminilità e
dell’efficienza fisica. Spesso i disturbi alimentari sono affrontati con scarse
competenze e servizi territoriali privi delle necessarie risorse. Numerose
delibere regionali e leggi nazionali (non ultimo il nuovo Piano Salute Mentale
in discussione in Parlamento) hanno colto le difficoltà e sottolineato la
necessità di individuare strumenti innovativi per affrontarli, con l'adozione
di linee guida e di indirizzo su diagnosi e percorsi di cure. La nuova comunità
vuole offrire un trattamento differenziato e complesso nei confronti di un'area
di confine tra problemi psichiatrici e di medicina interna, grazie
all'esperienza dei Fatebenfratelli nei confronti del disagio psichico.
In ogni caso, si possono chiedere informazioni
e consulenze telefonando al numero 02.92416.421 o scrivendo una mail
all’indirizzo dca@fatebenefratelli.it.
Nessun commento:
Posta un commento