venerdì 27 giugno 2014

Frutta e verdura brutta vendesi: l'iniziativa di Intermarchè!

Frutta e verdura brutta vendesi: l'iniziativa di Intermarchè!
07:28 by I love Foods

Piuttosto che buttare la frutta e la verdura nata con qualche malformazione, la catena francese di supermercati Intermarché ha deciso di vendere comunque questi prodotti, ma ad un prezzo più basso rispetto al solito (30% in meno), valorizzando in questo modo la frutta brutta ed evitando gli sprechi!

Non trovate sia una bellissima iniziativa?

Chi coltiva un orto sa benissimo che i frutti di Madre Natura non sono fatti con lo stampino, quindi capita che naschino prodotti non proprio bellissimi. Ma è forse l'estetica che determina la bontà e la genuinità di prodotto? Sembra di si a giudicare da come la gente al supermercato sceglie quale mela acquistare..

Lo scopo di Intermarché è proprio questo, mettere a disposizione un apposito banco nel reparto ortofrutta, con un packaging che ne valorizzi la “bellezza interiore”, cioè la bontà e la genuinità!

Intermarché ha voluto in questo modo sensibilizzare i consumatori sul problema molto spinoso dello spreco alimentare: secondo dati Fao, ogni anno il 30% o del cibo prodotto per il consumo umano viene sprecato!

Ma cosa sono le GDA?

Ma cosa sono le GDA?
06:46 by I love Foods

Vi è mai capitato di leggere l'etichetta di un prodotto e trovarvi riportate le percentuali di GDA?
Ma cosa sono queste GDA?

Innanzitutto le GDA (quantità giornaliere indicative di calorie e nutrienti) sono inserite in quanto aiutano il consumatore a capire quanto i vari nutrienti della dichiarazione nutrizionale (tabella con riportate calorie, proteine, carboidrati e grassi) possano incidere sulla giornata alimentare.
Per GDA si intende il quantitativo di nutrienti presente, per porzione di alimento, in percentuale sul quantitativo giornaliero di energia o nutrienti.
La definizione scritta così è effettivamente un po' complicata, ma con l'aiuto di un esempio sarà tutto più chiaro.







Come possiamo vedere dall'immagine mangiando quello specifico biscotto (porzione) assumiamo il 3% del nostro fabbisogno calorico quotidiano, il 2% del nostro fabbisogno proteico, il 4% del nostro fabbisogno lipidico e così via..

Imparare a leggere e a capire il significato di queste GDA è quindi particolarmente importante per la nostra salute perchè ci aiutano a selezionare i vari prodotti!!!

Ma cosa dobbiamo sapere ancora?
In genere le GDA sono disponibili per le calorie e per i quattro nutrienti più importanti che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare alcune patologie: grassi, grassi saturi, zuccheri e sodio (o sale).

Normalmente le GDA si basano sui fabbisogni tipici di uomini e donne di 18 anni di età in buono stato di salute, di peso normale e/o per il mantenimento del peso. Nel caso di una donna adulta la GDA per l’energia è stimata pari a 2000 Kcal, mentre tale valore incrementa a 2500 Kcal per un uomo adulto. Quando non è possibile fornire linee guida separate per uomo e donna, le GDA per un soggetto adulto si basano sui valori di GDA per la donna, al fine di evitare un consumo eccessivo. 


Sono state sviluppate anche linee guida per i bambini sia per i ragazzi che per le ragazze i cui valori giornalieri di riferimento si trovano generalmente solo sui prodotti a loro destinati. 

Per dimostrarvi ulteriormente quanto le GDA possono essere importanti, vi ho riportato i valori nutrizionali (comprensivi di GDA) del nuovo panino di Mc Donalds.
Il valore che in assoluto impressiona di più è che mangiando questo "panino" si assume l'80% del nostro fabbisogno quotidiano di sale!!
Non vi sembra un po' esagerato!?

giovedì 19 giugno 2014

Le bibite zuccherate favoriscono obesità, diabete e caduta dei denti: in California sarà scritto sulle confezioni e sui distributori!

Le bibite zuccherate favoriscono obesità, diabete e caduta dei denti: in California sarà scritto sulle confezioni e sui distributori!
04:12 by I love Foods


Finalmente su queste bevande verranno riportati messaggi di allarme simili a quelli delle sigarette!!

Il Senato californiano ha appena approvato l’obbligo di scrivere sui contenitori (bottiglie, lattine eccetera) e sui distributori automatici di bibite zuccherate, che queste possono favorire l’obesità, il diabete di tipo 2 e la carie. La mancata attuazione della legge prevede una multa da 50 a 500 dollari. La legge dovrà ora passare il vaglio della seconda camera, l’Assemblea, e in seguito essere firmata dal governatore ma è sicuramente un grande cambiamento quello che sta portando avanti lo stato americano che, primo fra tutti, nel 2005 ha vietato la vendita di bevande dolci e di junk food nelle scuole pubbliche!

Grazie a questa legge si vogliono anche seppellire definitivamente le ragioni di chi sostiene che le cosiddette sodas – le bibite gasate e zuccherate – non abbiano alcun ruolo nell’epidemia di obesità che ha investito gli Stati Uniti e tutti i paesi più ricchi, e che si fa molta fatica a contrastare. L’anno scorso la proposta di tassare le sodas non era passata, ma adesso la sensibilità dell’opinione pubblica – e con essa quella dei politici locali – potrebbe essere diversa. In questo contesto da tempo tutti i produttori di bibite zuccherate hanno adottato una strategia di sviluppo di bibite non zuccherate, dolcificate con edulcoranti artificiali a bassissimo impatto calorico oppure con dolcificanti naturali (come la Stevia) con potere dolcificante notevolmente superiore allo zucchero e quindi con la possibilità di ridurre drasticamente le quantità impiegate nelle bibite.

In Italia la situazione non è grave come negli Stati Uniti, ma sta diventando preoccupante. Il consumo è infatti in costante aumento, soprattutto per quanto riguarda i bambini e i giovani. Nel 2008, uno studio promosso da “Okkio alla salute” ha evidenziato che il 41% dei bambini italiani assumeva bibite zuccherate e/o gassate almeno una volta al giorno con percentuali diverse nelle regioni italiane. Nel 2010 si è passati al 48%. In una giornata media, secondo le dichiarazioni delle madri, riferendosi esclusivamente ai consumi abituali fuori pasto ovvero la colazione, la merenda del mattino, quella del pomeriggio ed eventuale spuntino dopocena (ma non include i pasti, cioè il pranzo e la cena), il 41% dei bambini fra i 2 e i 12 anni consuma almeno una bevanda zuccherata. All’interno di queste prevalgono succhi di frutta (31%) e tè (12%), mentre le bevande gassate sono in minoranza (6%).

Non dimentichiamoci che le bevande gassate contengono quantità importanti di calorie e zuccheri, non ci dissetano ma CI ALIMENTANO!!!

La sazietà passa prima attraverso gli occhi: l'illusione di Delboeuf

La sazietà passa prima attraverso gli occhi: l'illusione di Delboeuf
01:37 by I love Foods

E se potessimo ingannare la sazietà?


Numerosi studi hanno dimostrato che più i contenitori di cibo sono grandi più mangiamo. 
Questo a causa di un semplice effetto ottico studiato da Joseph Remi Leopold Delboeuf e sviluppato da Hermann Ebbinghaus che possiamo applicare al cibo: la stessa quantità di cibo messa in un piatto più grande ci dà l’illusione di essere molto di meno. Di conseguenza il piatto più grande lo riempiamo di più, il piccolo di meno.

Quando invece mangiamo in piatti di dimensioni più piccole, il cervello riconosce la dose giusta, trasmettendo un senso di piacere e di rilassamento per la sazietà pregustata attraverso gli occhi, grazie a ciò che percepisce “più voluminoso“, lasciandoci più appagati senza pensare al bis.

Piatti di dimensioni maggiori inducono a servire quantità di cibo fino al 31% in più rispetto al normale.

Il problema è che oggi la dimensione media dei piatti piani è del 23% maggiore rispetto ai piatti serviti nel corso dell'anno 1900. 
Gli autori dello studio sottolineano che mangiare solo 100 calorie (1 cucchiaio d’olio oppure 2 cucchiai e mezzo di zucchero) in più al giorno potrebbe tradursi in 5 kg di peso in più ogni anno.

Optare per i piatti più piccoli dunque, può contribuire a mantenerci magri tutta la vita!


Non è però solo la grandezza del piatto ad incidere sulla sazietà, ma anche il colore!
Gli studiosi asseriscono che se il colore del condimento è uguale a quello del piatto le porzioni sono il 22% più grandi mentre se i piatti sono della stessa tonalità del tavolo, della tovaglia o delle tovagliette le porzioni di cibo si riducono del 10%.

Vi ho convinti a cambiare le stoviglie?

venerdì 13 giugno 2014

Dieta non vuol dire rinuncia!

Dieta non vuol dire rinuncia!
01:32 by I love Foods


Uno dei concetti più importanti di cui abbiamo parlato al 1° incontro del corso di Sopravvivenza Alimentare è stato il significato della parola DIETA.

Spesso quando si pensa a questo termine lo si associa a rinuncia, restrizione, sofferenza psico-fisica..

Ma se vi dicessi che questo non è il significato corretto di questa parola?
La parola DIETA deriva dal greco e significa "MODO DI VIVERE", rappresenta infatti lo stile di vita che decidiamo di perseguire.
Una dieta per essere definita tale deve prevedere l'assunzione giornaliera di adeguate quantità di macro (carboidrati, proteine e grassi) e micro nutrienti (vitamine e minerali), permettendo così il mantenimento di uno stato di salute ottimale.

Nella maggior parte dei casi però associamo questo termine a quella dieta miracolosa pubblicizzata dalla cantante famosa o dalla star di Hollywood che in maniera del tutto scorretto ci porta a perdere molti chili a discapito della nostra salute! 

Ma se fossero tutte (o quasi) un grande bluff per far arricchire chi le ha create?

Ci stiamo sempre più focalizzando sul conteggio delle calorie dimenticandoci del nostro corpo, dei suoi fabbisogni, diventando sempre paranoici e ossessionati dal numero che compare sulla bilancia.
Questo però non è salutare!

E' nostra responsabilità imparare l'educazione alimentare perchè la salute si conquista a tavola, ma per farlo dobbiamo necessariamente passare prima dal supermercato, imparando ad acquistare prodotti di qualità!