lunedì 30 marzo 2015

Può la dieta farti ingrassare? La verità sui dolcificanti artificiali

Può la dieta farti ingrassare? La verità sui dolcificanti artificiali
08:30 by I love Foods


Ci sono due principali motivi per cui i dolcificanti artificiali hanno avuto così tanto successo nella nostra dieta:

1. In primo luogo perché non contengono calorie (oppure molto poche)
2. In secondo luogo perchè sono comunemente raccomandati ai diabetici a causa dell’insana idea che non aumentino i livelli di zucchero nel sangue!

Intanto vediamo cosa sono i dolcificanti artificiali
Sono sostanze di sintesi, cioè che nascono in laboratorio. Questi dolcificanti sono caratterizzati da un elevato potere edulcorante (da 30 a 500 volte quello dello zucchero comune), dall'assenza di valore calorico (in pratica non hanno calorie) e da una dose giornaliera massima che varia a seconda dei dolcificanti e che si calcola in base al peso corporeo.
Dolcificanti artificiali sono: aspartame, acesulfame k, saccarina, ciclammati e sucralosio (il più recente). Negli Stati Uniti l'uso dei ciclammati è proibito, dopo che sono emersi studi sugli animali che ne mettono in dubbio la completa innocuità. In Europa, il loro uso è stato autorizzato, ma sono state riviste al ribasso le dosi massime consentite.


L’uso dei dolcificanti artificiali nella nostra alimentazione
Tutti noi amiamo i dolci e ovviamente non vogliamo vivere la nostra vita senza la loro dolce compagnia.
Ma come ben sappiamo lo zucchero apporta calorie e, se esageriamo con la sua assunzione, questo zucchero si convertirà inevitabilmente in grasso di deposito!
Per questo motivo sono state inventate varie sostanze chimiche artificiali per replicare gli effetti dello zucchero, stimolando in questo modo i recettori del gusto dolce posti sulla lingua, non apportando calorie extra.
Tuttavia, nonostante il maggior consumo di questi dolcificanti a basso contenuto calorico l'epidemia di obesità è solo peggiorata.

Qual è la verità sui dolcificanti artificiali?
Gli animali, compresi gli esseri umani, non cercano il cibo per soddisfare solo un fabbisogno energetico ma in quanto fonte di piacere.
Cerchiamo la cosiddetta "ricompensa" da cibo.
Gli alimenti zuccherati innescano a livello cerebrale il rilascio di sostanze chimiche e ormoni determinando la formazione della via del piacere da cibo, nota come “food reward pathway”(1, 2, 3, 4).
La gratificazione che genera il consumo di cibo è fondamentale per sentirsi soddisfatti dopo aver mangiato e non è un caso che questo circuito risulti simile ai circuiti che governano i comportamenti di dipendenza, compresa la dipendenza da farmaci (5, 6, 1). (Ne avevo parlato in un altro articolo qui).

Il problema risiede nel fatto che i dolcificanti artificiali forniscono il gusto dolce (attivando i recettori del gusto posti sulla lingua), ma la mancanza di calorie sembrerebbe che impedisca la completa attivazione della via della ricompensa da cibo causando un aumento dell'appetito e l’insorgenza della voglia di cibo zuccherato (7).
Il risultato? Il vostro corpo non ricevendo lo zucchero non è mai soddisfatto e quindi si assumono calorie extra per sentirci gratificati!
Un altro motivo che deve spingerci a opporci ai dolcificanti artificiali è che la loro dolcezza innaturale incoraggia la voglia di zucchero e la dipendenza da zucchero.
Questo è logico se si considera che le preferenze al sapore nell'uomo possono essere allenate con l'esposizione ripetuta (8).
Un esempio classico? Se riduciamo per diverse settimane il consumo di sale o di grassi, ciò porta a preferire minori livelli di questi nutrienti (9, 10). Anche per lo zucchero il processo è identico: più si mangiano cibi dolci, più li vogliamo!
A conferma di quanto detto, molti studi hanno paradossalmente scoperto che il consumo di bevande dolcificate artificialmente è legato a un aumento di peso, piuttosto che alla sua perdita (11).
In certi casi i risultati sono sconcertanti. Ad esempio, uno studio ha evidenziato che il consumo di bevande analcoliche light era legato a un aumento del 121% del rischio di diabete di tipo 2 (12).
Un altro studio ha sottolineato che queste bevande sono associate a un aumento del 34% del rischio di sindrome metabolica (13).

Come se non bastasse, un recente studio ha evidenziato che i dolcificanti hanno un impatto negativo sulla salute del nostro intestino uccidendo i batteri buoni (microbiota intestinale) e causando intolleranza al glucosio, una condizione di pre-diabete (14).

Cosa dobbiamo fare?
Ecco qualche piccolo consiglio da attuare:

1)      Innanzitutto moderazione. Impariamo a utilizzare con parsimonia lo zucchero perché come in tutte le cose non esiste l’alimento buono o cattivo, dipende tutto dalla quantità che ne consumiamo e dalla frequenza del consumo!
2)      Sostituiamo i dolcificanti artificiali con semplice zucchero (bianco o di canna integrale), stevia, sciroppo d’acero, miele, polialcoli (eritritolo, xilitolo, maltitolo..)
3)      Non solo calorie! Smettiamo di focalizzarci SOLO sull’apporto calorico di un prodotto, ma impariamo a capire da dove arrivano queste calorie: da grassi? Zuccheri semplici? Grassi saturi?
C’è una bella differenza dall’assumere 100 kcal di zuccheri semplici da 200 Kcal di proteine, non credi?

4)      Educhiamoci. Educare se stessi con le informazioni nutrizionali basate su prove, articoli scientifici e liberarsi delle leggende metropolitane che si trovano in rete. Non è troppo tardi, e il vostro corpo vi ringrazierà!

lunedì 23 marzo 2015

Come acquistare la colomba?

Come acquistare la colomba?
12:30 by I love Foods

Se come me vi siete ridotti all’ultimo per acquistare la colomba pasquale, non preoccupatevi, siete ancora in tempo per un acquisto di qualità!

Il primo consiglio è quello di non farsi mai guidare agli acquisti alimentari dalla fretta e dall’ansia, potrebbe essere dannoso per la salute e per il portafogli!

Secondo la guida redatta dal Codacons, una colomba di qualità superiore dovrebbe contenere, nell’ordine: farina, zucchero, uova, burro, canditi.
In particolare le uova devono essere di categoria A (no all’albume in polvere!), il burro deve essere in quantità non inferiore al 16%, mentre i canditi non devono essere meno del 15% (tra 15 e 20%). Il latte è facoltativo. Se c’è, è preferibile che non sia scremato e va decisamente evitato quello in polvere. E i conservanti? Meglio che non ci siano! Se si usano materie prime di qualità non c’è bisogno di conservanti per arrivare alla data di scadenza.
La lievitazione è importante anche per valutare la sofficità. Verificate la crescita del dolce rispetto al pirottino (l’involucro di carta con bordo pieghettato usato come contenitore): la colomba non deve essere piatta. Nell’impasto i buchini prodotti dalla fermentazione non devono essere delle caverne. La crosta non deve essere troppo scura. Il colore dell’impasto deve essere dorato, la glassatura consistente. Per i canditi: più sono grandi e maggiore è la loro qualità. In bocca, poi, devono essere morbidi.

Ecco un esempio di colomba commerciale




Ingredienti: Farina di grano tenero tipo "0" – Zucchero – Scorze d’arancia candite 18% (Scorze di arancia, Sciroppo di glucosio-fruttosio, Zucchero) – Uova fresche – Burro – Latte intero fresco pastorizzato – Lievito naturale (contiene frumento) – Albume d’uova fresche – Mandorle 2% – Nocciole 1,3% – Emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi (di origine vegetale) – Armelline - Amido di riso – Fruttosio - Sale – Burro di cacao – Farina di riso –Aromi naturali. Può contenere tracce di soia.


Come si vede dall’etichetta, questo prodotto è troppo ricco di grassi saturi e zuccheri (in grassetto) che sono ben 4!
In particolare ogni 100g di colomba apporta 16g di grassi, di 9,5g saturi! Significa che più della metà di quei grassi sono grassi cattivi per la nostra salute.
9,5g corrispondono a 1 cucchiaio scarso di olio, per capirci!

Anche gli zuccheri sono tanti in questi prodotto, ben 4 nell’elenco, corrispondono a quasi la metà di tutti i carboidrati presenti!!

Se non volete acquistare una colomba tradizionale, potete optare per le tanti varianti che nutrizionalmente possono essere veramente di qualità rispetto alla classica.

La cosa importante è cosa DEVE e cosa NON DEVE essere presente nella vostra colomba:

Farina: meglio se non la semplice 00 perché poverissima di microelementi, a salire (per ricchezza di nutrienti), farina 0, farina 1, farina 2 o semi-integrale, farina integrale.
Oltre alla farina di frumento, anche quella di farro (meglio se integrale), di segale, di avena (meglio se integrale), sono ricche di fibre e microelementi

Lievito: al lievito di birra va sempre preferito il lievito madre, rende il prodotto più soffice, digeribile e nutrizionalmente migliore!

Uova: scegliete sempre e comunque uova biologiche (codice 0) o allevate all’aperto (codice 1). Scegliere il codice vi garantisce di acquistare uova di qualità prodotte da galline nutrite a dovere senza alcuna sofferenza!

Zucchero: rispetto al classico zucchero bianco è preferibile l’integrale di canna o dolcificanti alternativi (ma comunque di qualità) come la stevia, il miele o lo sciroppo d’acero.
Evitare l’acquisto se la colomba presenta fruttosio puro (dannoso per la nostra salute perché favorisce lo sviluppo del grasso addominale), sciroppo di glucosio-fruttosio (sicuramente costituito dal 50% di fruttosio) e sciroppo d’agave (il 90% è fruttosio)

Sale: al classico sale marino è preferibile il sale iodato che aiuta l’attività della tiroide, prevenendo lo sviluppo delle patologie.

Canditi: i canditi oltre ad essere ricchi di zucchero in quanto si tratta di frutta, sono anche ricoperti di zucchero. Sono quindi una vera e propria bomba di zuccheri!
Se possibile sostituirli con della frutta secca, naturalmente ricca di acidi grassi essenziali, gli Omega-3 e gli Omega-3, che proteggono il cuore dalle patologie cardiovascolari, ma anche il cervello, riducono l’infiammazione.. In più la frutta secca è un’importante fonte di vitamina E, un potentissimo antiossidante!

Burro: il burro è un grasso saturo, quindi se assunto in grandi quantità è chiaramente dannoso per il nostro organismo, soprattutto danneggia il cuore, favorendo lo sviluppo di ictus e infarto. La sua assunzione va quindi limitata.
Con cosa sostituirlo? Con degli oli spremuti a freddo come il classico olio extravergine d’oliva, oppure olio di mais, di riso, di soia..
Attenzione alla dicitura olio/grasso vegetale o direttamente la dicitura olio/grasso di palma. Si tratta di un grasso saturo che oltre ad essere molto dannoso per la nostra salute (se assunto in grandi quantità) è dannoso per l'ambiente! Nello specifico l’olio di palma causa la deforestazione di ettari ed ettari di foreste per la sua coltivazione. Distruggendo di conseguenza habitat di numerosi animali e causandone la stessa morte.
Peggio ancora se la vostra colomba presenta come ingrediente la margarina vegetale, ancora più dannosa del burro, in quanto si tratta di un grasso insaturo trans che ha un doppio effetto dannoso: riduce il colesterolo buono (HDL) e aumenta quello cattivo (LDL).

Un modo abbastanza sicuro può essere quello di affidarvi a panifici e pasticcerie che utilizzino ingredienti di qualità, pagherete un filino di più ma ne varrà la pena!

Detto questo, ricordatevi che non esistono alimenti buoni o alimenti cattivi, ma buone o cattive abitudini alimentari! Tutto dipende da quanto ne assumiamo di quello specifico alimento (quantità) e dalla frequenza con cui lo consumiamo!


Buona Pasqua a tutti J

martedì 17 marzo 2015

Sai cosa porti in tavola? - Ciclo 5 incontri Verona

Sai cosa porti in tavola? - Ciclo 5 incontri Verona
10:02 by I love Foods



Pronti per un nuovo ciclo d’incontri?
Parte a Maggio “Sai cosa porti in tavola?” un ciclo di 5 incontri serali che terrò a Verona presso il Ciccarelli Cafè, via Unità d’Italia 340, alle ore 20.30, organizzato dall’Associazione Culturale Veronautoctona!

Ecco il programma completo degli incontri:

Venerdì 15 Maggio ore 20:30
La dieta Mediterranea
Come strutturare una corretta giornata alimentare:
Quali, quanti e come distribuire i cibi nell’arco della giornata

Venerdì 29 Maggio ore 20:30
Scelte corrette a  tavola:  strategie  per  migliorare l’assorbimento  dei nutrienti e ridurre la formazione di sostanze tossiche
Rimanere giovani con il cibo è possibile?

Venerdì 12 Giugno ore 20:30
Lacqua: l’alimento fondamentale
Attività fisica: quanta, quale, quando

Venerdì 26 Giugno ore 20:30
Imparare a conoscere e a leggere le etichette degli alimenti: Le etichette più semplici e lo zucchero

Venerdì 10 Luglio ore 20:30
Imparare a conoscere e a leggere le etichette degli alimenti: Il sale, i grassi, aromi & additivi

Per uno stile di vita sano, attraverso una giusta alimentazione

Costi (comprensivo di materiale):
Corso completo: soci Veronautoctona 50€ - non soci 60
Singola serata: Soci Veronautoctona 12€ - non soci 15€

Per info e iscrizioni:
Segreteria: 366 1646266

Vi aspetto venerdì 15 Maggio per la prima serata! J 

lunedì 16 marzo 2015

Brioche semi-integrali con la pasta madre

Brioche semi-integrali con la pasta madre
10:29 by I love Foods



Dopo tanto provare e riprovare, finalmente ho sfornato delle brioche quasi perfette (quasi perché penso che si possa sempre migliorare J) senza burro, senza uova, ma con olio extravergine d’oliva e pasta (o lievito) madre.
Devo ammettere che sono piaciute molto, anche perché mi sono divertita a farcirle con 4 tipi diversi di marmellate e con la crema di nocciole e cioccolato, creando una vera e proprio roulette russa ad ogni assaggio!

Ecco la ricetta delle mie brioche semi-integrali con la pasta madre che, per chi non la conoscesse è un tipo di lievito utilizzato in cucina per rendere i vostri piatti, più digeribili, molto più buoni, nutrienti e soffici!!

Ingredienti per 12 Brioche
150g pasta madre*
150g farina manitoba
75g farina di tipo 1
75g farina integrale
5 cucchiaini di sciroppo d’acero
½ cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di scorza d’arancia non trattata grattugiata
3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
1 pizzico di sale
150ml acqua
Marmellata/confettura/nocciolata per farcire le brioche
Sciroppo d’acero/malto e acqua q.b. per spennellare le brioche

Indicazioni
Per prima cosa dovete avere la pasta madre* (possibilmente rinfrescata da poche ore), se non avete il lievito madre e volete autoprodurvelo, questa bellissima vignetta sarà di vostro aiuto!


Pronti tutti gli ingredienti è l’ora di mescolarli tutti insieme.
Io sono partita sciogliendo la pasta madre in una bacinella con l’acqua, aggiungendo successivamente i restanti ingredienti. Amalgamare bene il tutto con le mani e impastare, fino ad ottenere una palla liscia e omogenea (super profumata).

Coprire quindi l’impasto con un panno umido e lasciare lievitare per 4 ore, possibilmente in un ambiente tiepido.
Una volta che l’impasto sarà raddoppiato stendere la pasta formando un disco il più ampio e sottile possibile. Potete aggiungere della farina sul vostro piano da lavoro per evitare che l’impasto si attacchi.
A questo punto suddividete il cerchio in 12 spicchi.
Il mio consiglio è quello di prendere ogni singolo spicchio e stenderlo ulteriormente il più possibile (in lungo e in largo). Otterrete delle brioche più fragranti!


Una volta scelto con cosa guarnire le brioche, prendetene un cucchiaino e poggiatelo alla base dei vostri triangoli. Arrotolate le brioche verso l’apice e aggiustate la forma affinché ricordino i classici cornetti.
Preparare una o due teglie da forno con della carta apposita e adagiate le vostre brioche.
Fatele quindi riposare tutta la notte in un ambiente tiepido.

La mattina seguente troverete le vostre brioche quantomeno raddoppiate!
Accendete il forno a 180°C e, una volta raggiunta la temperatura, infornate per 15-20 minuti. Devono avere un aspetto d’orato, tendente al marroncino.
Nel frattempo, in un bicchierino, mescolate un cucchiaio di malto oppure sciroppo d’acero e un cucchiaino di acqua.
Una volta sfornate le vostre brioche spennellatele con il preparato appena descritto.


Et voilà, le vostre brioche sono pronte per essere divorate!


Valori nutrizionali per brioche:
146 Kcal
4g Proteine
3g Grassi
1,5g Fibre
26g Carboidrati