Attenzione alle cotture: pericolo Acrilammide!!!
Per garantirci uno stato di salute ottimale
sai che non basta acquistare alimenti di qualità?
Infatti, anche se stiamo molti attenti nella
scelta dei prodotti al supermercato se poi li cuociamo in maniera scorretta possiamo
provocare la formazione di sostanze tossiche, pericolose per la nostra salute.
È il caso dell’acrilammide
L’acrilammide è una sostanza tossica che si forma durante i
processi di cottura ad alte temperature (frittura, forno, griglia, tostatura,
oltre 120°C), ed è presente in vari alimenti, in particolare quelli che
contengono amido. È famosa da quando nel 2002 alcuni scienziati svedesi l’hanno
trovata in dosi consistenti nelle patatine fritte, nelle fette biscottate, nei
biscotti e nel caffè.
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità è
potenzialmente dannosa per la salute
Questa sostanza si forma a partire da alcuni zuccheri (glucosio e fruttosio) e da un
amminoacido, l’asparagina, entrambi
presenti naturalmente negli alimenti e la sua formazione è facilitata
dall’assenza di acqua.
Gli alimenti in cui si è riscontrata una
notevole presenza di acrilammide sono:
-
Patatine
fritte in casa: 3500
– 12000 µg/Kg di prodotto
-
Patatine
fritte: 50 – 3500
-
Cereali
da colazione: 50
– 1346
-
Prodotti
di panetteria (principalmente
nella crosta): 50 – 450
-
Biscotti,
cracker, toast: 30 –
3200
La soglia consigliata da non superare è pari
a 0,5 µg per Kg di peso corporeo (un individuo di 70 Kg quindi, non deve
superare i 35 µg giornalieri).
Salta subito all’occhio quanti µg di
acrilammide in più della soglia consentita ingeriamo ogni giorno!
Ma quali sono gli effetti dannosi associati
al consumo di alimenti contenenti acrilamide?
Il consumo di alimenti
contenenti acrilamide causa danni alle cellule, con alterazioni del DNA e sviluppo
di cancro (polmoni,
reni, colon, seno) e disfunzioni all’apparato riproduttivo e neurologico.
Le classi più a rischio sono
i bambini, dove l’esposizione al cancerogeno è maggiore a causa del largo
consumo di cibi quali patatine fritte, chips, biscotti e crakers e il basso
peso rispetto ad un adulto che li espone maggiormente agli effetti
dell’acrilamide.
Uno studio francese indica che un bambino di 20
kg di peso che mangia un sacchetto di patatine assume una quantità di
acrilamide 83 volte superiore alla dose giornaliera consentita (secondo
il dato OMS)!!
Non sono stati trovati livelli di acrilammide
invece, in alimenti bolliti, o cotti e cucinati al vapore. Questo si può
spiegare con la temperatura massima di queste tecniche, che non supera i 100°C
e dall’assenza di una rosolatura (che tanto piace).
Ma come evitare la formazione di acrilammide
quando si frigge?
·
Scegli
bene: scegli le patate Agria e Jelly! Due cultivar di patate che
non contengono l’amminoacido asparagina e quindi non producono acrilamide durante
la cottura.
· Conservale
al fresco e al buio: le
patate non vanno assolutamente conservate sotto i 6 °C (evitate il frigo e il
balcone di inverno); con il freddo, infatti, aumenta sensibilmente la quantità
di zuccheri e quindi l’acrilammide che si forma in cottura. Meglio se stanno al
buio e all’asciutto.
· Prima
in acqua bollente: prima
di friggerle meglio sbollentarle per qualche minuto. Ricorda di asciugarle bene
prima di cuocerle.
·
Occhio
alla temperatura: la
temperatura ideale dell’olio di frittura non deve superare i 175 °C.
- Non farle bruciacchiare: evita l’imbrunimento.. Il colore marrone-bruno, ci indica la presenza di acrilamide, la patata deve quindi essere dorata!
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