L'isola di Okinawa, in Giappone (arcipelago di Ryuryu) è abitato dalla popolazione più longeva e più in salute del pianeta.
Gli abitanti di questo piccolo insieme di isole, poste accanto al Tropico del Cancro in una esotica barriera corallina tra l'Oceano Pacifico e il Mar Cinese d'oriente, sono infatti noti per avere la vita media più alta del mondo, 81.2 anni. In particolare le donne vivono in media più di 85 anni, contro gli 83 del Giappone e i 79 degli USA. La dose di centenari e di ultracentenari di Okinawa, insieme a quella della Sardegna, è la più alta di tutto il mondo.
Le testimonianze di longevità dell'isola giapponese sono numerose e spaziano dalle antiche leggende cinesi che già parlavano di Okinawa come la 'terra degli immortali' a tempi più recenti quando diversi anni fa il 96enne boxeur Seikichi Uehara vinse su un concorrente poco più che trentenne. Nel 2007 erano 457 i centenari di Okinawa, con una media di 35 ogni 100 abitanti. Il fattore più sorprendente non è tuttavia il numero di persone che riesce a raggiungere questo limite d'età, ma il fatto che esse ci arrivino in uno stato di eccezionale salute fisica e mentale.
La popolazione di Okinawa è conosciuta nel mondo non solo per essere accogliente e gentile, per le proprie tradizioni culturali (un misto tra Giappone e Cina) o per abitare in un luogo paesaggistico tra i più belli del mondo, lo è anche per l'incredibile bassa incidenza di malattie come il diabete, l'ictus, il cancro, l'Alzheimer, l'obesità e tante altre, purtroppo molto frequenti nel resto del mondo. Un parametro impressionante è la ridotta incidenza di tumori ormono-dipendenti, come per esempio un 80% in meno di casi di tumore al seno rispetto agli Stati Uniti. Anche i livelli di altri ormoni tipicamente collegati al declino funzionale durante l'invecchiamento quali il testosterone, il DHEA e il GH, tra gli anziani di Okinawa restano particolarmente alti. Un altro aspetto estremamente interessante riguarda i dati relativi all'incidenza di malattie neurodegenerative, con un numero talmente basso di casi di Alzheimer, da poter sostenere che a Okinawa il cervello praticamente non invecchia.
Non è raro vedere ad Okinawa  anziani centenari ancora praticare un'attività lavorativa: coltivare la terra, praticare la pesca o addirittura le tradizionali arti marziali giapponesi come il Karate o il Kobudo.
Ma quali sono le ragioni di questa straordinaria longevità in Okinawa?
Scienziati e nutrizionisti hanno studiato le caratteristiche degli abitanti di Okinawa, tra i tanti il professore Makoto Suzuki e i fratelli Willcox. Le ragioni di tanta longevità ed energia (fisica e mentale) pare risiedere nella dieta praticata dalla popolazione, nell'ambiente e nell'ottimismo di affrontare le vita che passa; fattori che vengono riepilogati in alimentazione, esercizio fisico, aspetti psicologico-spirituali e socio- istituzionali. 
I primi studi genetici hanno rilevato che i centenari di Okinawa mostravano un profilo genetico dell'HLA, l'antigene leucocitario umano, associato a un basso rischio di incorrere in patologie infiammatorie e malattie autoimmuni. Benché il patrimonio genetico degli abitanti di Okinawa sia sicuramente un elemento legato alla loro longevità, da solo non basterebbe a spiegare il fenomeno. Varie indagini hanno dimostrato come parenti dei centenari emigrati in Brasile durante la seconda guerra mondiale, o in altri paesi dove non avevano potuto mantenere le loro abitudini alimentari e di stile di vita, hanno completamente perduto le caratteristiche di salute e longevità. E come, al contrario, gli emigranti spostatisi alle Hawaii, isole molto simili a quelle giapponesi dove avevano mantenuto uno stile di vita analogo a quello vissuto in patria, risultavano longevi e salubri come i loro consanguinei rimasti ad Okinawa.
Dal punto di vista nutrizionale gli abitanti di Okinawa in media mangiano molto più pesce e molluschi di quanto non si faccia nel resto del Giappone, e cioè una media intorno ai 100 grammi al giorno. Se paragoniamo questi dati con la dieta di un italiano medio la differenza diventa abissale. L'altro rilievo fondamentale riguarda la qualità dei carboidrati assunti; molti cereali a basso indice glicemico, cioè con la caratteristica di indurre una modesta risposta insulinemica, quali riso integrale e soprattutto imo, una speciale patata dolce tipica dell'isola. Tantissima soia, fonte di fitoestrogeni e alghe, la principale consumata è quella della specie Konbu, un'alga  bruna ricca di minerali come il ferro, il calcio, lo iodio e il magnesio e molto raccomandata dai nutrizionisti di tutto il mondo per i suoi benefici sulla salute (per la cura di artriti, sclerosi, malattie cardiovascolari, malattie alla tiroide e malattie di colon irritabile). E una grande varietà di frutta e verdure, alcune assolutamente uniche come la goya, chiamata anche "melone amaro", e la hecima, la "spugna vegetale".
Gli abitanti di Okinawa inoltre sono consumatori accaniti di una grande quantità di spezie e verdure ricche di polifenoli. Caratteristica tipica di questi luoghi è il ricorso ad una spezia di ordinario consumo anche in India, la curcuma, il pigmento giallo del curry; esiste una forte correlazione fra la dieta e l'incidenza di malattie croniche, un recente studio ha individuato nella curcumina un potente rimedio contro la morte neuronale e l'invecchiamento cerebrale. La curcumina è un polifenolo estratto dal tumerico, e usato da millenni come spezia e rimedio tradizionale in India. Poiché vi si fa ampio uso di curry e la curcumina è quotidianamente usata nella dieta come spezia predominante, sia l'Alzheimer sia il Parkinson hanno in India un incidenza bassissima rispetto ad altre parti del mondo (circa 7 volte in meno che negli USA). Studi dimostrano che nella popolazione asiatica i consumatori di curry mantengono in vecchiaia buone funzioni mnemoniche e cognitive e si ammalano meno di Alzheimer rispetto a coloro la cui dieta ne è priva.
Anche lo stile di vita degli abitanti di Okinawa ha nel tempo influito sulla longevità della sua popolazione. Il  yuimaru come preferiscono chiamarlo i locali è un concetto che richiama all'indipendenza dell'individuo, nel nostro caso, alla possibilità per l'anziano di continuare a lavorare e ad essere indipendenze dai propri figli; allo stesso tempo, essa si concretizza anche in tutte quelle azioni per le quali l'anziano si sente e si rende ancora necessario alla propria famiglia e alla comunità intera. Ad Okinawa, in giro per le grandi città come Naha o in un piccolo villaggio come Ogimi, i novantenni fanno ancora giardinaggio, danzano, continuano a fare grandi camminate e a consumare poche calorie. 
Nel complesso, la popolazione è molto ottimista, spontanea e felice. Molto forte il legame spirituale di ogni individuo con se stesso e con la comunità, vita e morte vengono viste come continuità di uno stesso percorso divino, e il morto viene venerato secondo il rito degli antenati. Per quanto riguarda le istituzioni statali, esiste un grande sistema incentrato sulla prevenzione sanitaria e sul miglioramento della salute in genere. Che dire? un esempio sicuramente da seguire.