Ma tu assumi l'acido folico?
Forse non lo sai, ma l’assunzione di acido folico
non è un'esclusiva delle donne in gravidanza, ma ogni donna in età fertile
dovrebbe garantirsi un apporto giornaliero ottimale di questa vitamina!
Intanto vediamo di cosa si tratta.
Spesso i due termini vengono confusi ma con l’espressione
acido folico si indica la molecola
di sintesi chimica presente nei supplementi vitaminici e negli alimenti
fortificati, mentre il termine folati
è riferito ai composti naturalmente presenti negli alimenti.
Sono vitamine del gruppo B
(B9) e il loro nome deriva dalla parola latina "folium", cioè
foglia, poiché furono per la prima volta isolati negli anni ’40 dalle foglie di
spinaci.
L'acido folico e i folati sono vitamine essenziali che svolgono numerose
funzioni nel nostro organismo e una loro carenza può causare anemia e aumentare il rischio di gravi malformazioni fetali come i difetti del
tubo neurale (tra cui spina bifida, anencefalia e encefalocele) ed altre
malformazioni, in particolare alcune difetti congeniti cardiovascolari,
malformazioni delle labbra e del palato (labiopalatoschisi), difetti del tratto
urinario e di riduzione degli arti.
Il nostro organismo non sintetizza acido folico e non lo
immagazzina. I folati devono, quindi, necessariamente essere introdotti
attraverso l’alimentazione privilegiando le verdure a foglia verde (spinaci, broccoli, asparagi e lattuga), gli
agrumi (come le arance), i legumi, i cereali, la frutta (come
kiwi e fragole) e la frutta secca
(come mandorle e noci).
Ma attenzione, i folati presenti negli alimenti hanno una
biodisponibilità minore rispetto ai supplementi vitaminici e in più la cottura
riduce sensibilmente il contenuto di folati, soprattutto se l’acqua di
bollitura viene scartata.
Per questo motivo anche quando adeguata, la sola alimentazione
non riesce a coprire il fabbisogno ottimale di folati che corrisponde a 0,4 mg/die per le donne di età uguale o
superiore a 18 anni, fabbisogno che aumenta in gravidanza diventando di 0,6 mg/die.
Diventa quindi necessario integrare la dieta con compresse di
acido folico, regola che vale per tutte le donne in età fertile (che programmano o non
escludono una gravidanza), in gravidanza e in allattamento (dove il fabbisogno scende a 0,5
mg/die).
In
più, le donne con precedenti gravidanze in cui sono stati riscontrati difetti
del tubo neurale oppure con storia familiare di malformazioni congenite, donne
in terapia con farmaci antiepilettici o con antagonisti dell'acido folico,
donne con aborti ripetuti o con particolari malattie quali diabete, celiachia e
patologie gastrointestinali, dovrebbero aumentare sino a 4-5 mg al
giorno il dosaggio di acido folico peri-concezionale. In questi casi è
opportuno consultare il medico curante o il ginecologo per definire i dosaggi
più appropriati.
Con un’adeguata assunzione di acido folico è possibile una
prevenzione primaria di malformazioni congenite con una riduzione del rischio
fino al 70%!
È fondamentale che l’assunzione inizi almeno un mese prima del
concepimento e continui per tutto il primo trimestre di gravidanza.
In Italia, però, solo il 20-30%
delle donne in gravidanza attua l’integrazione in modo corretto mentre le donne
straniere sono solo il 4-6%!
Ma dove trovare i folati?
Frutta e verdura sono le principali fonti di folati, in
particolare:
Alimenti
ad alto contenuto di folati (0,1-0,3 mg/100g)
·
asparagi
·
broccoli
·
carciofi
·
cavolini di Bruxelles
·
cavolfiori
Alimenti
a buon contenuto di folati (0,04-0,099 mg/100g)
·
agrumi (arance, clementine, mandarini)
·
kiwi
·
frutta secca (noci, mandorle, nocciole)
·
avocado
·
agretti
·
bieta
·
legumi (fagioli, ceci, lenticchie,
piselli)
·
indivia
·
lattuga
·
pane e pasta integrali
·
rucola
·
pomodorini
·
spinaci
Come farsi
prescrivere l’acido folico?
Il
Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha inserito l’acido folico in fascia A cioè in regime di esenzione.
Pertanto è sufficiente la prescrizione su ricetta rossa da parte del medico
curante per acquistare questa vitamina pagando solo il ticket previsto dalla
propria Regione.
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