Il latte fa male?
Il latte è il primo, vitale alimento dei
cuccioli di ogni specie di mammifero. Finito lo svezzamento, però, solo i
cuccioli d'uomo continuano a consumarlo, in quantità variabili a seconda dei
Paesi, delle mode e persino dell'eredità genetica che si ritrovano. Un rapporto
complicato quello tra uomo e il latte e diversi studi sembrano confermare
l'opinione di molti nutrizionisti e mettono in dubbio i benefici generalmente
attribuiti al latte di origine animale, fino a considerarlo addirittura un
pericolo per la salute. Cerchiamo di fare chiarezza su questo dibattito, che si
è riacceso con la pubblicazione, negli ultimi mesi, dei risultati allarmanti di
alcuni studi condotti su vasti campioni di popolazione negli Stati Uniti e in
Europa. Decine di migliaia i soggetti sotto osservazione, selezionati tra
"categorie" significative perché composte da individui motivati sui
temi dell'alimentazione: per lo più medici, ma anche persone che si riconoscono
in particolari filosofie alimentari, dai vegani ai vegetariani fino ai
difensori della carne a ogni costo.
Il fantasma che anima la discussione sul latte
è il cancro, in particolare quello alla prostata e al seno, che le
"evidenze statistiche" delle ultime ricerche hanno appunto messo in
relazione col consumo di latticini. Negli Usa, col programma decennale Physicians
Health Study sono stati tenuti sotto osservazione 20.855 medici (maschi),
divisi in due gruppi: i "consumatori di latticini", con oltre 2
porzioni e mezzo di latte e derivati al giorno, e coloro che invece di questi
prodotti fanno un uso molto ridotto (mezza porzione) o addirittura nullo. Tra
gli individui del primo gruppo la probabilità di sviluppo di cancro alla
prostata è stata superiore del 30%. Un secondo programma di ricerca, Health
Professionals Follow-Up Study, avviato nel
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Il calcio contenuto nel latte e nei suoi derivati
contribuisce alla solidità della massa ossea? È un'assicurazione contro
l'osteoporosi? I risultati del National Health and Nutrition Examination
Survey (Stati Uniti) non sembrano lasciare spazio a dubbi: l'assunzione di
calcio non dimostra effetti protettivi. Il motivo andrebbe cercato nelle
proteine animali di cui è ricco il latte stesso (e le carni, è naturale). Le
proteine "mobilizzano" il calcio dalle ossa, proprio come se lo
grattassero via, provocandone poi l'escrezione per via urinaria. La ricerca,
per la verità, evidenza che lo stesso effetto ce l'hanno anche il sale, la
caffeina, il tabacco... ma ciò non impedisce alle "linee guida
dietetiche" degli americani di suggerire una dose massima giornaliera di
un bicchiere di latte.
Una prima reazione forte a questi risultati viene da Gregory Miller, vice presidente del National Dairy Council, la potente lobby americana dei produttori di latte e derivati: «Altre ricerche indicano invece una stretta relazione tra il consumo di latticini e l'ottima salute delle ossa, buoni valori di pressione arteriosa e una sostanziale riduzione del rischio di cancro al colon», afferma. Potrebbe sembrare una difesa d'ufficio, ma non è così, perché le ricerche a cui fa riferimento sono altrettanto ampie e autorevoli, condivise da una parte della comunità dei nutrizionisti. «Il vero problema», continua Miller, «sta nell'identificare ciò che davvero scatena il cancro e in quale momento, perché ogni cellula che potrebbe sviluppare un tumore attraversa una lunga serie di "stati pre-tumorali" la cui natura è tutt'altro che nota. Un fattore esterno qualunque potrebbe essere potenzialmente scatenante in una fase e innocuo in un'altra.» E questo spiegherebbe perché ricerche sostanzialmente simili possano arrivare a risultati opposti: «Il consumo regolare di latticini riduce il rischio di tumore al seno dopo la menopausa», dichiarava Marjorie L. McCullough al congresso dell'American Cancer Society (Atlanta, dicembre 2005), forte dei risultati di una ricerca su 68.876 donne.
Tutto ciò davvero non aiuta a fare chiarezza, e lo ha ben sottolineato il dottor Francesco Cipriani, dell'Agenzia Regionale di Sanità (Toscana) nel corso di un convegno sul rapporto tra alimentazione e salute: «L'insieme delle "evidenze" riassunte dalle commissioni internazionali sui rapporti tra latte e derivati e le patologie tumorali non è conclusivo. Né per un effetto protettivo, né per uno di rischio». Allora come dobbiamo comportarci nelle nostre abitudini alimentari? La conclusione di questo dibattito è ancora lontana, ma, nel dubbio, probabilmente moderare i consumi di latticini fin dai primi anni di vita sembra essere la scelta migliore. Un bicchiere di latte può bastare. Almeno finché non ne sapremo di più...
Una prima reazione forte a questi risultati viene da Gregory Miller, vice presidente del National Dairy Council, la potente lobby americana dei produttori di latte e derivati: «Altre ricerche indicano invece una stretta relazione tra il consumo di latticini e l'ottima salute delle ossa, buoni valori di pressione arteriosa e una sostanziale riduzione del rischio di cancro al colon», afferma. Potrebbe sembrare una difesa d'ufficio, ma non è così, perché le ricerche a cui fa riferimento sono altrettanto ampie e autorevoli, condivise da una parte della comunità dei nutrizionisti. «Il vero problema», continua Miller, «sta nell'identificare ciò che davvero scatena il cancro e in quale momento, perché ogni cellula che potrebbe sviluppare un tumore attraversa una lunga serie di "stati pre-tumorali" la cui natura è tutt'altro che nota. Un fattore esterno qualunque potrebbe essere potenzialmente scatenante in una fase e innocuo in un'altra.» E questo spiegherebbe perché ricerche sostanzialmente simili possano arrivare a risultati opposti: «Il consumo regolare di latticini riduce il rischio di tumore al seno dopo la menopausa», dichiarava Marjorie L. McCullough al congresso dell'American Cancer Society (Atlanta, dicembre 2005), forte dei risultati di una ricerca su 68.876 donne.
Tutto ciò davvero non aiuta a fare chiarezza, e lo ha ben sottolineato il dottor Francesco Cipriani, dell'Agenzia Regionale di Sanità (Toscana) nel corso di un convegno sul rapporto tra alimentazione e salute: «L'insieme delle "evidenze" riassunte dalle commissioni internazionali sui rapporti tra latte e derivati e le patologie tumorali non è conclusivo. Né per un effetto protettivo, né per uno di rischio». Allora come dobbiamo comportarci nelle nostre abitudini alimentari? La conclusione di questo dibattito è ancora lontana, ma, nel dubbio, probabilmente moderare i consumi di latticini fin dai primi anni di vita sembra essere la scelta migliore. Un bicchiere di latte può bastare. Almeno finché non ne sapremo di più...
interessantissimo post...è da tempo che mi chiedo se smettere, anche se per me sarebbe difficilissimo come per un fumatore smettere di fumare...lo adoro! :-(
RispondiEliminaCome ti capisco, adoro il latte coi cereali!!! Però ora lo sto riducendo ai minimi termini, preferendo tè verde, caffè e succhi di frutta 100% natural senza zuccheri aggiunti! Non si sa mai!! :)
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